In questa, strana, parolina vedo la quintessenza dello spirito britannico, nel bene e nel male: un certo formalismo che può sfociare in ipocrisia, certo; ma che significa anche cortesia, rispetto dell'altro, l'essere, appunto,
gentle. Fib sta, infatti, ad indicare una piccola bugia gentile, detta generalmente a fin di bene. Esempio: " Come mi sta questo cappotto che ho appena pagato tantissimo e non posso riportare indietro?" chiede l'amica. "Ma bene, dai sì, ti sta bene!" risponde l'amica caritatevole, sperando che il prmo sguardo sgomento non l'abbia tradita. La
fib può servire a non ferire: se vuoi venire a cena da me ma non ti inviterò mai, perché mi sei antipatico, ti dirò che noi ceniamo quasi sempre fuori. "Frottola" è la traduzione che si avvicina meglio, per il senso di leggerezza; però in italiano ci vedo anche una connotazione morale (del tipo "Non raccontare frottole!"), mentre
fib, generalmente, nel linguaggio corrente non ne ha; sono percepiti come un po' più negativi il verbo,
to fib, e il nome,
fibber (chi usa spesso le
fibs); forse perché altra caratteristica della
fib dovrebbe essere la sua casualità, l'essere usata solo se necessaria e, comunque, mai per il proprio interesse.
Cercando
fib in rete ho scoperto un bellissimo blog:
gottabook.blogspot.com che intendo linkare al più presto. Inizialmente avevo pensato che l'autore del blog facesse l'elogio della
fib intesa come piccola bugia; si tratta invece di una curiosa forma di componimento poetico, detta "sequenza di Fibonacci", di cui almeno io non sapevo nulla. Molto graziosa però, ve la consiglio (e sono sincera lol).
Un'ultima cosa in difesa della
fib: l'origine di questa parola non è nota, ma il CHAMBER'S Dictionary ipotizza "fable"; favola insomma.